martedì 7 agosto 2012

Arrivano i bit-Paperoni


Il successo della moneta elettronica porta con sé i primi inconvenienti. Chi controllerà i milionari in bitcoin?



Bitcoin Conference
Un rapido giro d'orizzonte sul mondo della moneta elettronica. Cominciamo con la notizia più importante, la conferenza annuale degli sviluppatori e utilizzatori.
La Bitcoin Conference di quest'anno si fa a Londra, il 15 e 16 settembre (Hotel Imperial, Russell Square). L'anno scorso era stata scelta Praga, in quando soluzione economica, e non si era sicuri della piena riuscita dell’evento. Ma adesso molte cose si sono evolute e in prima fila ci saranno Reuters, Guardian e Bbc.
Richard Stallman – padre e profeta del software libero - asrà l'ospite d'onore. Mol­ti sistemi operativi Linux sono basati sul suo software Gnu. Il suo concetto di soft­ware libero è alla radice del bitcoin. Que­sto non gli ha impedito, di recente, di met­tere in guardia anche dai possibili pe­ricoli dei pagamenti elettronici.
Ci sarà Birgitta Jonsdottir, membro del parlamento islandese, presa di mira dal governo americano per i suo coinvolgi­mento in Wikileaks (che a un certo punto ha messo in rete l'allegra contabilità della banca islandese Kaupthing, che faceva grossi prestiti... a se stessa). Birgitta è rie­scita a far passare la legge Icelandic Modern Media Initiative (Immi) che pro­tegge la libertà di parola; ha messo in rete il wikivideo che denuncia il mitraglia­mento, da parte di un "Apache" Usa, di un gruppo di giornalisti della Reuters.
Altri ospiti: Max Keiser, che ha denun­ciato scandali bancari e crimini finanziari negli Usa ed diventato popolare presso la comunità bitcoin definendolo nel suo pro­gramma: moneta della resistenza; Denis Roio, uno dei primi attivisti del movimen­to free software, che intende il bitcoin come una possibile moneta comunitaria delle persone; Matthew Wright, di “Bitcoin Magazine” (una rivista popolare, non per nerd); Jeff Garzik, fra i più famosi sviluppatori Linux (su gawker ha precisa­to i limiti alla presunta anonimità del bit­coin).

Milionari in bitcoin
Alcuni utenti hanno ricchezze miliona­rie in bitcoin: quante sono frutto di mono­poli o situazione dominanti attorno al si­stema bitcoin? Gli utenti di Deepbit, il più grande “mining pool”, hanno minato oltre un milione dei nove e mezzo milioni di bitcoin in circolazione; Mtgox è un servi­zio di cambio e borsa che muove il 90 per cento del volume delle contrattazioni in bitcoin. E quanti speculatori e trader ci sono fra coloro che si fidano della sicu­rezza del sistema e delle sue possibilità d’investimento?
Sul solito Forbes, attivissimo sull’argo­mento bitcoin - oltre che famoso per la sua lista di milionari in dollari - un artico­lo segnala che diversi gruppi sono a loro agio nel tenere milioni di dollari in bit­coin, al di fuori delle banche: non si può identificare la persona o l'azienda che li possiede (e può anche avere diversi indi­rizzi bitcoin). Al cambio attuale di 8.90 dollari per bitcoin il più ricco possiede 3,9 milioni di dollari (erano 2,85 milioni di dollari a giugno). Con una capitalizzazio­ne totale di 83 milioni di dollari - precisa Forbes - , un singolo indirizzo possiede quasi 4 milioni di dollari, e non è il solo. E' facile vedere i problemi di questa situa­zione.

Povero Kim
Kim Dotcom, il fondatore di Megau­pload (servizio di condivisione di file, tra i dieci siti più clicckati di Internet), “cat­turato” in maniera holliwoodiana con tan­to di Apache e documentazione falsificata, ha chiesto ai suoi followers di Twitter se conoscono alternative alle carte di credito e Paypal: la risposta è stata bitcoin.
Kim Dotcom ha i conti bloccati e spese legali per milioni di dollari. Matonis su Forbes dice che se avesse avuto dei fondi per spese preprocessuali in bitcoin sareb­be stato al sicuro, e che probabilmente in futuro molti fondi di difesa legale saranno creati in bitcoin.


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